I ricercatori hanno scoperto che la combinazione di cellule dendritiche tollerogeniche con dimetilfumarato migliora l’efficacia del trattamento per la sclerosi multipla, offrendo un nuovo approccio promettente per la gestione della malattia.

La sclerosi multipla (SM) è una condizione cronica in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la guaina mielinica, il rivestimento protettivo attorno alle cellule nervose, provocando danni ai nervi e una maggiore disabilità. I trattamenti esistenti come gli immunosoppressori mitigano questi attacchi ma compromettono il sistema immunitario, rendendo i pazienti più suscettibili alle infezioni e al cancro. I ricercatori stanno studiando un nuovo approccio più mirato che prevede l’utilizzo di un tipo di cellule immunitarie chiamate cellule dendritiche tolerogeniche (tolDC), derivate dai pazienti stessi, per colpire la malattia in modo più preciso.

I TolDC possono ripristinare l’equilibrio immunitario senza influenzare le difese naturali del corpo. Tuttavia, poiché una caratteristica della SM è proprio la disfunzione del sistema immunitario, l’efficacia di queste cellule per l’autotrapianto potrebbe essere compromessa. Pertanto, è essenziale comprendere meglio come la malattia influisce sul materiale di partenza per questa terapia cellulare prima che possa essere applicata.

In questo studio, pubblicato presso la prestigiosa Giornale di indagine clinicai ricercatori hanno esaminato i monociti CD14+, le cellule dendritiche mature (mDC) e le cellule dendritiche tollerogeniche trattate con vitamina D3 (VitD3-tolDC) di pazienti con SM che non avevano ancora ricevuto il trattamento, nonché di individui sani.

Trattamento personalizzato utilizzando cellule immunitarie

Gli studi clinici (NCT02618902 e NCT02903537), condotti in Spagna dalla Dott.ssa Cristina Ramo-Tello e dalla Dott.ssa Eva Martínez Cáceres (Istituto di ricerca tedesco Trias i Pujol), sono progettati per valutare l’efficacia delle VitD3-tolDC, che sono cariche di mielina antigeni per aiutare a “insegnare” al sistema immunitario a smettere di attaccare il sistema nervoso. Questo approccio è rivoluzionario poiché utilizza le cellule immunitarie del paziente, modificate per indurre tolleranza immunitaria, nel tentativo di trattare la natura autoimmune della SM.

Lo studio, condotto dalla Dott.ssa Eva Martinez-Cáceres e dal Dott. Esteban Ballestar (Istituto Josep Carreras), con Federico Fondelli come primo autore, ha scoperto che le cellule immunitarie dei pazienti con SM (monociti, precursori delle tolDC) hanno un persistente “pro- firma infiammatoria”, anche dopo essere stati trasformati in VitD3-tolDC, l’attuale tipo di cellula terapeutica. Questa firma rende queste cellule meno efficaci rispetto a quelle derivate da individui sani, perdendo parte dei loro potenziali benefici.

Una potenziale soluzione: modulazione del recettore degli idrocarburi arilici

Utilizzando metodologie di ricerca all’avanguardia, i ricercatori hanno identificato un percorso, noto come recettore degli idrocarburi arilici (AhR), collegato a questa risposta immunitaria alterata. Utilizzando un farmaco modulante l’AhR, il team è stato in grado di ripristinare la normale funzione delle VitD3-tolDC nei pazienti affetti da SM, in vitro. È interessante notare che è stato scoperto che il dimetilfumarato, un farmaco già approvato per la SM, imita l’effetto della modulazione AhR e ripristina la piena efficacia delle cellule, con un profilo tossico più sicuro.

Infine, studi su modelli animali di SM hanno dimostrato che una combinazione di VitD3-tolDC e dimetilfumarato ha portato a risultati migliori rispetto all’utilizzo di entrambi i trattamenti da soli. Questa terapia combinata ha ridotto significativamente i sintomi nei topi, suggerendo un potenziale maggiore per il trattamento dei pazienti umani.

Questi risultati potrebbero portare a una nuova e più potente opzione terapeutica per la sclerosi multipla, offrendo speranza ai milioni di pazienti in tutto il mondo che soffrono di questa malattia debilitante. Questo studio rappresenta un significativo passo avanti nell’uso di terapie cellulari personalizzate per le malattie autoimmuni, rivoluzionando potenzialmente il modo in cui viene trattata la sclerosi multipla.

Riferimento: “Targeting aryl hydrocarbon recettore ripristina funzionalmente le cellule dendritiche tollerogeniche derivate da pazienti con sclerosi multipla” di Federico Fondelli, Jana Willemyns, Roger Domenech-Garcia, Maria José Mansilla, Gerard Godoy-Tena, Anna G. Ferreté-Bonastre, Alex Agúndez- Moreno, Silvia Presas-Rodriguez, Cristina Ramo-Tello, Esteban Ballestar e Eva Martínez-Cáceres, 17 settembre 2024, Il giornale di indagine clinica.

Questa ricerca è stata in parte finanziata con fondi pubblici del governo spagnolo (ISCIII, FEDER e MICINN) e del programma Horizon dell’UE (progetti INsTRuCT e RESTORE).

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Last Update: 07.10.2024